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Islanda pedalanda. L'ultima Thule, vichinghi in bicicletta

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Restiamo a lungo ad impregnarci di questo antico pianto, e pare quasi di assorbirne linfa vitale. C'è una forza cosmica, un grandioso rovinare, che quasi paiono salire attraverso i piedi su su per le gambe e la schiena fino alla testa e alle mani. Penso alla Natura immaginata da Leopardi nelle Operette morali. E' lei, che dialoga con l'islandese, è lei quella che dice "Io sono quella che tu fuggi". Bella e terribile. E noi le andiamo incontro, a braccia aperte, per rubarne un poco e conservare come vestali quella scintilla d'energia perpetua.

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